TERAMO – Fare presto e prevedere iniziative per sostenere il credito alle imprese che vogliono investire ma sono scoraggiate dalla mancanza di fiducia delle banche che non concedono anticipazioni. Sono questi i principali nodi emersi ieri mattina, durante la riunione dell’Opes, che ha esaminato l’insieme dei provvedimenti destinati alle aree di crisi e ai territori danneggiati dal sisma.
L’Opes – Osservatorio per lo sviluppo e l’economia – al termine di un’ampia disamina sulle opportunità di finanziamento e agevolazioni nelle aree di crisi semplice e nelle aree di crisi complessa (illustrate dal presidente Di Sabatino e dal dirigente regionale alle attività produttive Piergiorgio Tittarelli) e dei provvedimenti a favore delle imprese danneggiate dal terremoto, ha condiviso un documento che sarà inviato a Regione, Governo e Invitalia (quest’ultima soggetto attuatore dei programmi di finanziamento).
«Non possiamo permetterci di scoraggiare l’entusiasmo delle imprese che hanno manifestato il proprio interesse ad investire, ora è il momento di accompagnare questo processo in maniera da rimuovere ogni ostacolo: tempo e credito sono i due nodi principali. I finanziamenti pubblici non coprono il cento per cento degli investimenti e c’è bisogno di incentivare il sistema delle garanzie a copertura delle richieste di finanziamento» ha detto il presidente della Provincaia di Teramo Renzo Di Sabatino. Dagli interventi dei presenti (associazioni di categoria, sindacati, Università, Istituti di ricerca e Sindaci) sono emerse, quindi, alcune criticità puntualizzate in un documento.
In particolare, è stata ribadita la necessità di sollecitare:«….la Regione Abruzzo a farsi promotrice di iniziative urgenti nei confronti del mondo creditizio, alla luce di atteggiamenti tendenti a scoraggiare l’iniziativa privata a causa di tempi e modalità in assoluto contrasto ed ostative verso un significativo fermento imprenditoriale; azioni finalizzate a sostenere, nelle sedi competenti, la necessità del completamento della rete infrastrutturale compromessa dagli eventi calamitosi; riqualificazione del personale espulso dal circuito produttivo mediante l’utilizzo delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali, scongiurando il rischio di un loro inutilizzo; valorizzazione, con le opportune misure di adeguamento, dei siti e dei manufatti industriali esistenti con una duplice finalità: evitare il consumo di suolo e razionalizzazione delle risorse».